... ottobre 2011 ~ La Dura Verità

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Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco perché manifestare, in questo modo, non serve a nulla...

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Odio gli indifferenti

domenica 16 ottobre 2011

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco, ci risiamo... Ieri, 15 Ottobre 2011, la gente ha fatto di nuovo il gioco di coloro che si divertono a giocare con le loro vite.


Da tutte le parti del mondo si manifesta per difendere i propri diritti, le proprie libertà. L'attesa è tanta. La voglia di farsi sentire pure. Ma, ancor maggiore, è la triste illusione che porta con sé questa giornata.
Eh sì, perché a ben vedere, gli Indignados (così si fanno chiamare i manifestanti, prendendo ispirazione dal movimento 15M spagnolo) non hanno fatto altro che il gioco di coloro che tanto li indigna, la classe governante. Ma forse sono solo supposizioni...
Le evidenze che portano ad una tale conclusione sono tante, specialmente qui in Italia, ma su tutte c'è la straordinaria copertura televisiva di quest'agitazione. Già da settimane le tv ed i giornali italiani continuavano a dare visibilità e credito ad un movimento di massa che ancora doveva verificarsi, quasi a volersi porre dalla parte del cittadino che, illuso, si convinceva di ottenere quella misera importanza che anni di mispolitica gli avevano trafugato. Ebbene, il motivo che sta alle spalle di tutto questo interessamento è semplice: prendersi gioco di noi. Sì, perché alimentando e fomentando questa voglia di ribellarsi i media hanno convogliato gli animi dei cittadini delusi in una manifestazione che, di fatto, di utilità pratica aveva ben poco. Se davvero un evento di così grande coinvolgimento in termine di partecipanti, che ha come scopo quello di sovvertire il sistema, avesse davvero messo paura a chi ci governa, per quale motivo i media - da sempre manipolati dall'establishment - avrebbero dovuto parlarne? Sarebbe stato un autogol pazzesco. Pubblicizzare un movimento che ha come apparente unico scopo quello di sovvertire la situazione attuale in cui banche e governanti ci sguazzano a meraviglia? Assurdo. Ma forse sono solo supposizioni...

E poi, pensandoci bene, c'è dell'altro. Cavolo...ad essere sinceri è un po' scioccante. I perbenisti e moralisti la prenderebbero troppo male, forse non dovrei parlarne... O forse sì. Be', insomma, per quale motivo - come al solito - in una manifestazione che si promette pacifica saltano fuori i cosiddetti black bloc? Da buon complottista (come piace definire chi non abbocca a tutto ciò che dice la tv), una spiegazione ce l'avrei. E se per caso qualcuno ce li avesse mandati apposta? Voglio dire, non è la prima volta che una giornata del genere degeneri in guerriglia; non è la prima volta che nei notiziari tv della sera si parli solo della violenza che la mente umana degenerata può produrre; non è la prima volta che, a causa di ciò, passi in secondo piano la reale maggioranza dei manifestanti. Quindi, perché dovrebbero essere davvero dei cittadini comuni quei guerriglieri in nero che, pensandoci bene, non fanno altro che annullare una manifestazione che potrebbe solo giovare alle loro vite? "Manie di protagonismo, mancanza di intelligenza" dirà qualcuno. Ma ad essere sinceri anche il peggior boss del ghetto si accorge che il sistema ci sta crollando addosso. Non è possibile che persone comuni (i tg parlano di studenti del liceo, anche se a me sembrano molto più grandi) si muovano in massa per distruggere l'unica occasione che abbiamo di farci valere, no. La realtà è un'altra. I black bloc, quantomeno i presunti tali, sono dei mercenari di tutto punto, scelti da chi ci governa o chi per esso, per non far altro che confondere le acque, mettere in cattiva luce il cittadino e nascondere la voglia di rivoluzione della popolazione. Pensateci bene. Se foste il politico di turno, quale sarebbe il modo migliore per disperdere la forza di un'indignazione pandemica, sapendo che sedare e limitare l'occupazione sarebbe impossibile? Spostare il centro dell'attenzione su tutt'altro.
Detto fatto.
I black bloc, come sempre, sono riusciti alla perfezione in quest'intento. Ma forse sono solo supposizoni...

Guardate. Sembrano o non sembrano dei giovani liceali senza cervello? Io credo siano un tantino più grandi, ma forse mi sbaglio. Magari vanno appena alle medie.

Tutti i tg della sera, nessuno escluso, hanno puntato i fari su di loro. La macchina del fango ha cominciato a funzionare e la voglia di ribellione e di cambiamento di migliaia di italiani armati solo di buonsenso è andata a farsi fottere. L'unica cosa che passa in primo piano è l'oscenità che qualche centinaio di persone, la minoranza, è riuscito a scatenare. E questo a cosa porta? Porta a demoralizzare l'individuo, a convincerlo che non potremo mai cambiare nulla, perché ci sarà sempre l'idiota di turno che sputtana tutto. L'animo del singolo è ferito nel suo punto più debole. L'arma psicologica di cui è protagonista la tv è micidiale. L'indignazione è per un po' sedata e l'assurdo piano del politico è completato. Il giorno dopo la vita riprende spenta come tutti i giorni, con i voti di fiducia ridicoli, con le false promesse e le palle degli italiani che cadono giù, sempre più in basso. Quanto vi ci vuole per capire che se vi permettono di mettervi in piazza, di riunirvi, significa che non hanno paura di voi? Fra quanto inizierete a capire che tutto questo è solo un'intrigante valvola di sfogo? Ma forse sono solo supposizioni...

Ve lo dico io, però, a cosa servono realmente queste giornate. Servono a dare il contentino al cittadino medio, quello che il 24 Ottobre non aspetta altro che l'inizio del Grande Fratello. Queste giornate servono ad illuderlo di aver fatto la sua parte, di avere la coscienza pulita così che possa dirsi "Be', io in piazza ci sono andato. Che potevo fare di più?". E invece no. Non è questo il modo di cambiare la realtà. Non si fa una rivoluzione con bandierine, palloncini e il permesso della questura. Non si ripulisce l'economia con la benedizione del caro sig. Draghi che, cadendo nella più triste indecenza, pur essendo a capo della causa maggiore del malessere della popolazione dice di essere dalla parte degli indignati. No. La credibilità della politica è ai minimi storici. Il sistema economico è prossimo al collasso. Il debito pubblico è destinato, inevitabilmente ad aumentare, eppure siete disposti a mettervi in piazza, sicuri di riprendere il giorno dopo la vita di tutti i giorni. Non è così che si fa. Una rivoluzione si fa con le idee. Una rivoluzione si fa con i controcogloni. Una rivoluzione si fa solo guidati il coraggio di dare un taglio netto col passato. Una rivoluzione è, in primo luogo, quella che sta nello spirito, che ci permette di darci coraggio per dire "Ora basta. Non sto più ai vostri giochi". E non dev'essere solo una rivolta contro un ordine preesistente, ma il costituire di un nuovo ordine in contraddizione con quello tradizionale. Un totale cambiamento. E, allora, non basta andare in piazza a cantare l'inno, non basta occupare Wall Street se poi il giorno dopo si torna alla vita normale. La rivoluzione avverrà solo quando noi tutti saremo disposti a cancellare il passato, una volta per tutte. La vera rivoluzione l'hanno fatta i cittadini islandesi, che hanno avuto il coraggio di dire "No! Il debito ve lo pagate voi!" e hanno saputo ricostruire un governo da zero.

Se il 14 luglio 1789 i parigini fossero andati a prendere la Bastiglia con fiori, cartelloni e tanta musica, in Francia ci sarebbe ancora la monarchia assoluta. Chi ha orecchie per intendere, intenda...

Prima di occupare le piazze, ci sarebbe da occupare il cervello, con idee e determinazione.

Nota: lascia perplessi anche l'origine di tutti questi maestosi movimenti rivoluzionari. Per una volta, diamo i meriti a Daniele di Lo Sai che, a suo modo, ha dato un'interpretazione ben condivisibile.



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